Inaugurata lo scorso 8 aprile a Vargem Grande Paulista
di Carla Cotignoli
Dall’esposizione delle borse esposte nella vetrina all’ingresso del luminoso laboratorio, si ha subito l’impressione dell’alta qualità e originalità della produzione artigianale siglata “DALLA STRADA”.
Borse, accessori e persino giubbotti, sono prodotti da quella che sino a una settimana fa era una scuola professionale, ospitata in un quartiere dove visibili sono i segni della povertà, il barrio Jardin Margarida, a Vargem Grande Paulista. Da venerdì 8 aprile è diventata una azienda con sede nel Polo imprenditoriale Spartaco, che ospita altre 9 imprese di produzione. Tutte gestite secondo i principi dell’Economia di comunione.
L’inaugurazione è un momento di grande emozione. Ciò che più colpisce è la forte connotazione sociale: ben visibile, pur a misura di laboratorio, la ricchezza di quel nuovo umanesimo che fiorisce quando l’economia si coniuga con la comunione capace di rendere tutti protagonisti. Qui i lavoratori sono tutti giovani del barrio, meno abbienti, a cui viene offerto uno sbocco di lavoro e quindi di futuro. Non solo: i loro prodotti hanno un tocco di classe e di linea, che prende forma con grande creatività, da quelli che sono considerati scarti come i ritagli di jeans. Ne è arrivato qui un camion. Gratis.
“Qui il primo posto ce l’hanno loro, i giovani, la loro formazione, non la produzione, pur puntando alla qualità”. Lo afferma João Bosco Lima de Santana, che ha avviato questa iniziativa coraggiosa. Lo testimonia una delle giovani lavoratrici, Divani, 18 anni. E’ qui dopo un anno di addestramento professionale, ed uno stage nel nord-est, a Recife, dove un’azienda similare è avviata da tempo. In un altro Polo dell’Economia di Comunione. “La nostra è più che una impresa – ci racconta. “Tra noi ci aiutiamo. Il nostro è un lavoro di gruppo. C’è un clima di famiglia. Iniziamo ogni giorno con la parola di vita tratta dal Vangelo. Ci aiuta a superare le difficoltà. Ogni venerdì, ci raccontiamo come l’abbiamo vissuta durante la settimana, che cosa è cambiato in noi”.
Qui si intrecciano qui le storie più diverse e toccanti. Come quella di Miguel, 20 anni. “La mia vita era vuota. Adesso ho una prospettiva, un motivo per vivere”. “La nostra era una vita normale, persino agiata. Mio padre era proprietario di un ristorante. Poi la separazione. Lui si è portato via tutto. Proviamo i morsi della fame. Per noi c’è posto solo nella favela. Avevo 11 anni. Come aiutare la mamma e i miei due fratelli? Lo spaccio di droga sembra la soluzione”. Entra in una spirale che in 6 anni lo porta a diventare il principale distributore della favela. Ma non tossicodipendente. Poi le fughe, l’arresto. “Ma ho avuto la vita salva, grazie a Dio. Solo io dei 26 miei amici, sono sopravvissuto. Gli altri tutti distrutti dalla droga”. Poi la decisione: “Devo uscirne. Mi sentivo lontano da tutti coloro che amavo. Non era facile”. Chiede aiuto. Lo trova in P. Renato Chiera, nella sua casa famiglia per ragazzi di strada, a Recife. Poi, sempre a Recife, l’incontro con Bosco, l'inserimento nella sua prima azienda di borse, nel Polo nei pressi della Mariapoli Santa Maria. Non solo trova un lavoro. Ma molto di più. “Pur non conoscendo nessuno mi sono sentito subito bene. Con una forza nuova. Mi sono sentito felice, a casa”. Ed eccolo ora qui. nel Polo Spartaco, nel Sud-est del Brasile, nei pressi di San Paolo. E’ responsabile del laboratorio. “Adesso mi pento di tutto. Ma l’ho fatto per sopravvivere. Tra noi ci proteggevamo, ci aiutavamo, ma eravamo costretti… E’ una cosa molto brutta. Ora ho molto da dare. Sento la responsabilità di aiutare chi ha passato le stesse cose che ho vissuto io. Voglio dare tutto di me per far andare avanti questo progetto. A nome dei miei amici che non ce l’hanno fatta, voglio farcela”.
Tu parli di Dio, c’è un momento della tua vita che hai fatto la scoperta di Dio? – gli chiedo. “Sono sempre stato cattolico, ma di quelli che pregano solo quando hanno bisogno di aiuto. Ma quando ho messo piede a Recife nel Polo della cittadella, sin dal primo giorno ho incontrato Dio veramente, ed ho capito che quello che dobbiamo fare qui sulla terra è amare Gesù nell’altro". Ora è pronto a partire per l’Africa. Si profila infatti un nuovo progetto: impiantare anche in Costa D’Avorio una di queste aziende. “Sono molto contento di poter lavorare con i ragazzi di strada in Africa. E’ una opportunità per amare!" Dalla Strada sta diventando … una multinazionale… Com’è il sogno di Bosco.
Le belle Eco-borse di DALLA STRADA sono commercializzate in Italia dalla Cooperativa Edc EquiVerso, la prima cooperativa che unisce Economia di Comunione, Commercio Equo e Solidale e Turismo Responsabile: www.equiverso.it